Recensioni e post

I "casi letterari"


Breve storia dell’editoria italiana negli ultimi 5 anni:

1-l’editoria digitale è in crescita, alla faccia degli snob intellettuali che muovono futili crociate ideologiche

2-le case self e noeap tengono testa a quelle a pagamento

3-sono aumentati, spinti dalle case editrici a pagamento, i “casi letterari”.

Ed è di questo che voglio parlare.
Cos’è un caso letterario?
Nella realtà è quella perla rara su cui chi ha avuto il coraggio (o culo) di investire ha fatto il colpo della vita.
Un esempio su tutti: Stephen King.
Schifatissimo ai tempi dell’università, al punto che un suo professore gli aveva detto di non scrivere mai più (povero deficiente), è senza se e senza ma il Re assoluto della letteratura horror che ha trasformato come mai successo prima.

Nel mondo editoriale odierno, specie quello nostrano, il caso letterario è un vip, un influencer, uno youtuber, un calciatore, un “basta che sia famoso e porti soldi” oppure un super raccomandato da Tizio, Caio e Sempronio.
È qualcuno che non sa scrivere, che non si è mai approcciato al mondo dell’editoria, che spesso ha una cultura pari a zero ma che viene pubblicato, pompato e innalzato nell’Olimpo degli autori.
Alla faccia di chi invece si impegna davvero, è anche bravo, ma non essendo famoso o raccomandato è costretto a nuotare nel mare degli n/n.

Uno degli ultimi esempi, al momento il più eclatante, di casi letterari è Giulia De Lellis.
Ammetto che prima di scrivere questo post non sapevo niente di lei, ho dovuto dare una sbirciata on line per capire chi è.
È una tizia con un livello culturale ignobile, che si esprime come un paramecio, uscita da un reality per decerebrati (ora comprendo perché sospendono programmi come Ulisse, cazzo) che è stata tradita dal suo tipo.
Fine.
Fine?
No, certo che no.
Perché la De Lellis chiama soldi, e questo la Mondadori l’ha capito.
Così ecco una merdaccia che definire libro è un insulto a tutta la letteratura italiana, che risulta persino essere il primo libro venduto in Italia da mesi.

Questo è un chiaro segnale che fa capire due cose:

-se sulla copertina del libro ci fosse stato un nome anonimo e non quello di una delle personalità più seguite sui social il manoscritto sarebbe stato cancellato.

-la maggior parte del pubblico leggente italiano è composto da cretini.

Mi dispiace dirlo, visto che segnalo e recensisco libri, ma è la verità.
I libri scritti da questi “casi letterari” fanno furore, poi gli altri, quelli che vale la pena leggere, vendono sempre poco rispetto invece a quanto potrebbero vendere se solo ci fossero dei lettori più intelligenti e culturalmente preparati.
Parafrasando il grande Dante (al quale, per inciso, hanno dato due stelle su Amazon) non resta che dire: ahi serva Italia, di ignoranza ostello!