TITOLO:
Giallo Solidago
AUTORE: Simone Censi
GENERE: Giallo
CASA EDITRICE: 0111 edizioni
Trama:
Ambientato nell'entroterra marchigiano,
nel piccolo paesino di Borgo Alba dove la gente non ha altro da fare che
annoiarsi e di noia morire, avviene un duplice omicidio alla stazione
ferroviaria. Per un caso del genere serve un Commissario che sovverta l’ordine
costituito: proviamo a rovesciare la partita, prendiamo il Commissario Morelli,
un incapace, un vero inetto tanto che senza il suo aiutante Segapeli sarebbe
perduto.
Rispetto a tutti gli altri suoi colleghi
che si fermano a mangiare nei retrobottega dei ristoranti bevendo ottimi vini,
lui mangia cibo cinese d’asporto che gli viene recapitato da un corriere con
gli occhi a mandorla che non perde occasione di insultarlo, beve birra in
lattina ed è fedele e innamorato della moglie che lo ricambia con profondo odio
a causa del trasferimento in un commissariato sperduto e comunica con lei
attraverso post it gialli appesi al frigo sempre vuoto. Senza metodo,
maldestro, guascone, scorretto, sarà lui a risolvere il caso o forse sarà il
caso a risolvere lui?
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Un paesino che sembra uscito da una canzone di Fabrizio de André, un commissario che può fare tutto fuorché il commissario, un assistente degno di Hercule Poirot con intuizioni geniali, una folla di persone una più impicciona dell’altra con così tanti scheletri da aver riempito non uno ma cento armadi...
Ecco qui un giallo insolito, come il nome del titolo che deriva da un colore simile ma non uguale all’oro, che a tratti ricorda una farsa e a tratti mi ha richiamato alla mente la commedia amara Gli amici del Bar Margherita, di Pupi Avati.
Il libro è un continuo dipanarsi di colpi di scena, momenti ironici e pettegolezzi di paese alla ricerca di un assassino all’apparenza introvabile.
L’autore ha scelto di procedere con la tecnica del narratore onnisciente e questa scelta l’ho apprezzata molto perché alleggerisce la storia e permette di fare delle precisazioni e delle osservazioni che aiutano meglio il lettore a comprendere gli eventi.
Lo stile è ironico, piacevole e molto bello.
Ottima l’idea di creare due personaggi come Morelli e Segapeli, diversi eppure complementari, sono loro il cardine di tutta la narrazione.
Rileggerei questo libro? Sì!