Vi ricordate il mio post che parlava
delle case editrici a pagamento e di quelle self?
Scrivendolo avevo volutamente lasciato
un argomento in sospeso perché allora non avevo abbastanza informazioni per
poterne parlare.
Così mi sono rivolta al mio vecchio
docente di Lettere del liceo, che lavora anche per un importante quotidiano, e
insieme abbiamo svolto diverse ricerche riguardo a un problema spinoso: come
vengono selezionati gli “autori veri”, quelli che pubblicano con le case
editrici “serie” (ovvero a pagamento) ?
Me lo sono chiesta perché c’è un
tribolamento di palle su blog e social riguardo alla storia che se non
pubblichi con una casa editrice a pagamento non sei nessuno.
Ah no, scusate, molti cretini dicono che
chi non pubblica con una casa editrice a pagamento è solo un mentecatto che
vuole fare soldi coi libri.
Giusto, perché invece chi pubblica con
una casa editrice a pagamento invece non desidera guadagnare, figuriamoci!
Facciamo un rapidissimo riassunto.
Cosa fanno le case editrici a pagamento?
Fottono soldi, e anche tanti.
Si potrebbe chiamare frode, ma in Italia
dire frode è come dare una pacca sulle spalle a un amico e andare a bere un
caffè. Il nostro è un paese di ladri, primi fra tutti quelli che stanno al
governo.
Quindi è lecito che esistano case
editrici che oltre a trattenere gli interessi sulle vendite dei libri e farsi
pagare i giusti servizi (per esempio l’attivazione della stampa di un libro),
propongano contratti da migliaia di euro con clausole allucinanti.
Siamo in Italia: più fotti, meglio è.
Ed ecco quello che le case editrici a
pagamento non fanno:
-editing del libro
-distribuzione del libro (se sei un
Tizio Caio qualsiasi il tuo libro raggiungerà al massimo due o tre negozi on
line)
-promozione del libro.
Terminato il riassunto, passiamo all’argomento
fulcro del post.
Come si selezionano gli autori?
Toglietevi dalla testa concetti come “attraverso
il contenuto della storia”, “perché ha talento”, “perché vale la pena
pubblicare il libro che ha scritto”.
Queste sono idee che forse potevano
andare bene fino ai tempi di Charles Dickens, quando ancora gli editori amavano
il loro lavoro.
Adesso comanda il denaro.
Più un editore guadagna, meglio è.
In virtù di questo si sceglie l’autore
in base all’influenza del momento.
Ecco quindi i libri scritti da sportivi,
vip, youtubers, libri di storytelling, libri con sesso (e solo sesso), libri
che parlano sempre e solo di un argomento (per esempio la catena di Sant’Antonio
dei libri sui vampiri), libri di gossip, libri scritti copiando post dai
social.
Ed ecco che al posto degli autori
arrivano gli imbrattacarte che di letteratura non sanno niente ma che fanno
guadagnare tanti bei soldoni.
Perciò tutti i cretini che dicono che chi
non pubblica con una casa editrice a pagamento è solo un mentecatto che vuole
fare soldi coi libri sono cortesemente invitati a chiudere la bocca, anche
perché se oggi si vendono libracci di pessima qualità è perché purtroppo il
prodotto si è adattato alla bassezza culturale della maggioranza del pubblico.