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Antiche immagini



TITOLO: Antiche immagini 
AUTORE: Ramsay Campbell
GENERE: Horror
CASA EDITRICE: Sperling & Kupfer

Trama:
"Quando l'amico Graham Nolan le annuncia di avere finalmente ritrovato, dopo due anni di ricerche, 'La torre della paura', un vecchio film dell'orrore mai trasmesso e, anzi, addirittura censurato dal governo inglese, Sandy, affascinata dalla scoperta, accetta l'invito ad assistere ad una proiezione privata.
Ma la morte improvvisa e inspiegabile di Graham, l'unico ad aver visto il lungometraggio, e la strana scomparsa della pellicola spingono Sandy a cercare di far luce sul mistero che sembra avvolgere i due avvenimenti.
Ma nell'ombra qualcuna tenta di ostacolarla con ogni mezzo, mentre tutti quelli che hanno partecipato alla lavorazione del film muoiono in oscure circostanze.
La caccia all'inquietante bobina conduce infine Sandy nella sinistra cittadina di Redfield, dominata da un'alta e tenebrosa torre, e teatro di sacrifici umani e di morti sconvolgenti: un luogo terrificante dal quale la stessa Sandy e l'amico Roger, che l'aiuta nelle indagini, rischiano di non uscire vivi.

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C’è qualcosa in un horror che occorre per farlo funzionare bene. Si chiama componente psicologica che non ha niente a che vedere con lo splatter (chissà perché oggi si pensa che horror e splatter debbano andare a braccetto) o con i colpi da scena che dovrebbero farti saltare dal divano e invece non producono nulla. 
È qualcosa di più sottile, che ti entra nella testa e ti fa inquietare in modo così profondo da farti dire “è meglio che chiuda questo libro perché sto morendo di paura” ma intanto ti spinge a continuare a leggere. 
Questo romanzo aveva tutte le premesse per essere un grande horror: un film maledetto, morti sospette, un’antica maledizione, strani accadimenti che sembrano veri. 
Ma chissà perché non è riuscito a diventare quello che si era prefissato, è come un aereo senza carburante sufficiente per decollare. 
Lo schema è ripetitivo: sembra che debba succedere qualcosa, di essere finalmente al clou, e l’autore si perde in descrizioni inutili, in momento che non danno nulla narrazione. 
In certi momenti sembra persino di trovare cliché appartenenti ad altre storie di altri autori, come i campi di grano che esigono sangue (richiama troppo Stephen King) o lo spaventapasseri assassino. 
Rileggerei questo libro? No.