TITOLO: I protettori di libri
AUTORE: Francesco Abate
GENERE: Fantascienza distopica
CASA
EDITRICE: 0111 edizioni
Trama:
L’Italia del 2028 è retta da un governo
totalitario che vieta la cultura al fine di soffocare l’unicità degli
individui, di omologarli tutti e renderli dei cittadini vuoti e obbedienti.
In questo paese, la giovane agente di
polizia Giovanna è in preda a una malinconia di cui non comprende la natura;
non riesce a farsi piacere l’esistenza superficiale e priva di sentimenti in cui
è immersa, ma non sa capire cosa sia a darle tanta repulsione. La sua vita
cambia quando, durante una ricognizione, si imbatte nel misterioso ribelle
Francesco; si apre una nuova fase della sua esistenza, una vera rinascita della
sua anima in cui riscopre la bellezza, i sentimenti e la complessità della
vita. Senza nemmeno rendersene conto, passa dalla parte del nemico e diventa
una ribelle insieme al suo nuovo amico.
Mentre Giovanna vive la sua avventura,
assistiamo a quello che succede nel paese. Un’interminabile guerra infuria e
miete vittime tra la popolazione civile; la sadica spia Taipan cerca senza
sosta i Protettori di Libri, ribelli che dedicano la propria vita alla difesa
dei libri salvati dalla furia repressiva del regime, lasciandosi dietro una
scia di sangue; il brigante Peppe ‘a
ciucciuvettola semina il terrore tra la povera gente.
Fantascienza distopica e Italia sono due
idee che riesco difficilmente ad associare, perché mi sembra difficile se non
impossibile ambientare nel nostro paese fatto di pizza e spaghetti un romanzo
di un genere importante come quello fantascientifico.
Ha costruito una bella ambientazione,
molto convincente e anche un po’ catastrofica come è giusto che sia per i
romanzi distopici.
L’idea di fondo è già stata utilizzata
in altri romanzi di altri autori: siamo in uno scenario post apocalittico,
sotto una feroce dittatura, dove i libri sono stati banditi.
Soltanto pochi eletti, i Protettori, si
battono per salvarli e cercando di rovesciare il governo.
Su questo sfondo si muovono Giovanna e
Francesco, due persone molto diverse che il destino unisce per caso... ma è sul
serio un caso?
Il libro scorre molto in fretta,
dall’inizio alla fine non ci sono capitoli noiosi.
Mi sono piaciute molto le riflessioni di
Giovanna e la sua crescita come personaggio, un’evoluzione continua che fa di
lei l’inconsapevole (tranne che alla fine) eroina della storia.
Francesco è il suo giusto contrappunto e
anche gli altri personaggi si muovono bene all’interno della storia creando
un’atmosfera piena di suspense.
Il vero nucleo del romanzo sono però i
libri: perché bisogna leggere? A che scopo, in una società vuota e senza cuore
come quella descritta dall’autore, occorre proteggere e salvare i libri?
I libri avranno un futuro?
L’autore non fornisce una risposta
netta, lascia al lettore la possibilità di decidere.
Rileggerei questo libro? Sì.
Nota finale: se volete leggere questo
libro, ricordatevi di non confondere l’autore Francesco Abate con un altro
scrittore suo omonimo autore dei libri “Mi fido di te” e “Il cattivo cronista”.