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Neanche gli illuministi emettono la fattura di Michele Antonelli




TITOLO: Neanche gli illuministi emettono più fattura
AUTORE:
Michele Antonelli
GENERE:
Narrativa, Antologia di racconti
CASA EDITRICE:
Elison Publishing

Trama:
Nacque per caso l'idea di mettere insieme una raccolta di situazioni in cui il non-sense si fondesse col gioco di parole, portando al rovesciamento di una realtà nella quale sia il mondo ad adattarsi al linguaggio e non viceversa.
Ad ognuno degli undici racconti corrisponde una differente situazione, che rappresenta il vero unico punto fermo attraverso il quale al lettore è consentito un appiglio narrativo: un appartamento, una telecronaca, un bar, un sottomarino..., dove anche il fattore tempo appare come elemento del tutto ininfluente, e nel quale si muovono uno o più protagonisti, i quali si trovano a fare i conti con una realtà in continuo divenire, farcita di personaggi dalla natura più imprevedibile e mutevole: oggetti, persone, concetti astratti.
Il linguaggio è un uso ricreativo della parola, dove la grammatica, non più una rigida gabbia, divenga un sistema di regole del quale farsi beffe, aprendo un enorme spazio da gioco. La formula è dunque quella di giocare con la metrica, la punteggiatura e la morfologia delle parole, mettendo a frutto la lezione Patafisica nel prendere in giro tutto ciò che è empirico e demolire sistematicamente chi si prende troppo sul serio.


Le situazioni kafkiane non sono semplici da leggere.
Occorre pazienza, immedesimazione e anche la capacità di alienarsi come lettori classici per diventare lettori di opere fuori dai canoni letterari più noti.
Quest’antologia è composta da undici brevi racconti, tutti kafkiani, e non si possono descrivere altrimenti è troppo facile cadere nello spoiler.
Consiglierei di leggerli, se solo non ci fosse il problema della grammatica.
Non mi è piaciuta l’idea di scardinare la grammatica creando parole inesistenti e frasi la cui comprensione risulta molto difficile per colpa della punteggiatura bistrattata e anche dei non sense presenti all’interno del libro.
Si poteva rimanere sull’idea kafkiana, ma senza stravolgere la grammatica che è sempre la parte fondamentale dove costruire sopra un buon libro.
Personalmente non mi sento di consigliarlo.


Il vetusto veterinario veterano che l’ebbe in cura, grande esperto del porco umano, era uomo tutto d’un pezzo, e non potendo staccare gli arti dal proprio porco, si avvaleva di servienti interne che praticavano l’ortodossia medica tramite l’applicazione di cotolette sulle ginocchia degli impazienti allentati.