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La domenica in rosa #14




Trama:

L’ingegnere D. B. la vede tutte le mattine mentre va in ufficio: una bellissima adolescente nera, poggiata contro un muro di via Maqueda, a Palermo.
Capelli ricci e nerissimi, gambe infinite su zeppe di sughero, fuma una sigaretta dopo l’altra. L’ingegnere si domanda sempre chi aspetta, poi si dà dell’ingenuo.
Aspetta clienti, è talmente chiaro.
Ma è vietato prostituirsi prima dei diciotto anni, possibile che nessuno controlli?
Sul cuore di D. B. pesano gravi preoccupazioni, è sotto ricatto: il suo capo l’ha costretto a firmare i documenti di viaggio di un carico di scorie radioattive nascoste tra bidoni di carbonato di sodio in partenza via mare per la Libia. Sarà per questo che sta perdendo il sonno? 
O forse per il desiderio ossessivo che prova per la ragazzina nera che batte in via Maqueda?
Ramona ha trentadue anni, è orfana di padre, ha due lauree con lode e zero lavoro.
Ha dovuto lasciare il minuscolo appartamentino vicino all’università che le dava una certa autonomia e tornare nella casa in cui è cresciuta, da sua madre.
Ma non in camera sua, perché ora è affittata a uno studente.
Dorme in un divano letto nel tinello e si alza tutte le mattine alle sette per cercare lavoro: ha salito migliaia di scalini, bussato a centinaia di porte, ricevendo finora solo rifiuti, maleducazione, persino molestie sessuali.
Morena fa l’infermiera, anche se è figlia di una ballerina del Teatro Massimo: da bambina sognava di danzare anche lei in tutù, ma la vista dei piedi martoriati della madre dopo ogni serata sul palcoscenico l’aveva dissuasa ben presto.
Quando frequentava l’ultimo anno di liceo il padre,
il bellissimo, affascinante, sfuggente, traditore padre, è morto e Morena ha svelto di non iscriversi all'università, bensì a un corso per infermiere.
Ha un grande talento per la gestione della sofferenza, le piace l’odore dell’ospedale, nei suoi gesti sui corpi dei malati c’è nascosta una tenerezza speciale…
Nasce da lontano, questo viaggio nei racconti di Dacia Maraini.
Attraversa il tempo e si svela nelle storie e nei luoghi, negli indimenticabili personaggi femminili nati dallo sguardo di un'autrice fra le più amate della nostra letteratura.
Si parte da una Sicilia conosciuta da bambina, fatta di mare e vento, di corse e tuffi, dopo le brutture della guerra.
Una Sicilia che era anche l'isola delle severe e arcaiche regole di Marianna Ucrìa e dove oggi, nelle strade snaturate delle splendide città, si vendono prostitute bambine venute dall'Africa e il mare è devastato da chi lucra su rifiuti pericolosi. Roma si lega invece al tempo favoloso della giovinezza, dei voli verso continenti lontani, degli amici scomparsi come Pasolini.
L'Abruzzo è il punto d'arrivo, la terra incantata della maturità, con le tradizioni, i boschi popolati di animali, i terremoti devastanti. Ma anche il luogo solitario scelto per dare vita e aria al tarlo della scrittura.
La voce ricca e profonda di Dacia Maraini accompagna il lettore alla scoperta di una geografia intima, densa di vita e di idee.



(foto - Pinterest)

L’autrice:

Dacia Maraini nasce a Fiesole (Firenze). La madre Topazia appartiene ad un’antica famiglia siciliana, gli Alliata di Salaparuta. Il padre, Fosco Maraini, per metà inglese e per metà fiorentino, è un grande etnologo ed è autore di numerosi libri sul Tibet e sull’Estremo Oriente.
La famiglia Maraini si trasferisce in Giappone nel ‘38 poichè il padre porta avanti uno studio sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione stanziata nell’Hokkaido.
Nel ‘43 il governo giapponese, in base al patto d'alleanza cha ha stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò. Poichè i due rifiutano, vengono internati insieme alle tre figlie in un campo di concentramento a Tokyo. L’patiscono due anni di estrema fame e vengono liberati, soltanto a guerra finita, dagli americani. Nella sua collezione di poesie Mangiami pure, del 1978, la scrittrice racconterà delle atroci privazioni e sofferenze di quegli anni.
Rientrati in Italia, i Maraini si trasferiscono in Sicilia, presso i nonni materni, nella villa Valguarnera di Bagheria, dove le bambine cominciano gli studi. Qualche anno dopo la famiglia si divide: il padre va ad abitare a Roma, lasciando a Palermo sua moglie e le tre figlie che frequentano le scuole in città. Per Dacia sono gli anni della prima formazione letteraria, ma soprattutto del sogno di una fuga che però arriva soltanto al compimento del diciottesimo compleanno, con la decisione di andare a vivere a Roma con il padre. Qui prosegue il liceo e per guadagnare si arrangia facendo l’archivista, la segretaria, la giornalista di fortuna. A ventuno anni fonda, assieme con altri giovani, la rivista letteraria «Tempo di letteratura», e comincia a collaborare, con dei racconti, a riviste quali «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Mondo».
Nel 1962 pubblica il suo primo romanzo, La vacanza, cui seguono L’età del malessere (1963, ottiene il Premio Internazionale degli Editori “Formentor”) e A memoria (1967). Grazie all’interessamento di Nanni Balestrini, nel ’66 escono con il titolo Crudeltà all’aria aperta anche le sue poesie, che vengono recensite con molto favore da Guido Piovene. Intanto si sposa con Lucio Pozzi, pittore milanese da cui si divide dopo quattro anni di vita comune e un figlio perso poco prima di nascere.
In questi anni Dacia Maraini comincia a occuparsi anche di teatro. Fonda, assieme ad altri scrittori, il Teatro del Porcospino, in cui si rappresentano solo novità italiane, da Gadda a Parise, da Siciliano a Tornabuoni. Proprio in questo periodo incontra Alberto Moravia, che nel 1962 lascia per lei la moglie e scrittrice Elsa Morante: i due vivranno insieme a lungo, fino ai primi anni Ottanta.
Nel ‘73 fonda assieme con L. Leone, Francesca Pansa, Mariola Boggio e altre, il Teatro della Maddalena, gestito e diretto da donne. Lei stessa scrive molti testi teatrali, tra i quali Maria Stuarda, che ottiene un grande successo internazionale, Dialogo di una prostituta con un suo cliente, Stravaganza e altri. Dal 1967 ad oggi, Dacia Maraini ha scritto più di trenta opere teatrali, molte delle quali vengono ancora oggi rappresentate in Europa e in America.
Un altro romanzo viene pubblicato nel ‘72, Memorie di una ladra: Monica Vitti ne ricava uno dei suoi film più riusciti. L’anno successivo esce Donna in guerra, poi tradotto, come quasi tutti i suoi libri, in molte lingue. Nell’80 è la volta di Storia di Piera, scritto in collaborazione con Piera degli Esposti: Marco Ferreri ne ricaverà un fortunato film con Marcello Mastroianni.
Degli anni Ottanta sono i romanzi Il treno per Helsinki (1984), sulla nostalgica ricerca degli entusiasmi del passato, e Isolina (1985), la storia toccante di una ragazza a cavallo tra Otto e Novecento.
Nel ‘90 esce Lunga vita di Marianna Ucrìa, che vince il Campiello e altri prestigiosi premi, e ottiene un enorme successo di critica e pubblico. L’anno successivo escono la raccolta di poesie Viaggiando con passo di volpe e il libro di teatro Veronica, meritrice e scrittora. Nel ‘93 è la volta di Bagheria, un appassionante viaggio autobiografico nei luoghi d’infanzia, e Cercando Emma, che ripercorre la vicenda del romanzo Madame Bovary di Flaubert per capire il suo fascino e svelarne il mistero. Nel ‘94 il romanzo Voci, anch’esso vincitore di molti premi letterari, offre una nuova interpretazione sul tema della violenza sulle donne.
I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell'infanzia sono ancora al centro delle sue opere successive: il breve saggio sulla modernità e sull’aborto Un clandestino a bordo (1996), il libro intervista E tu chi eri? (1998) e la raccolta di racconti sulla violenza sull’infanzia Buio (1999, vincitore del Premio Strega). Del 1997 è il romanzo Dolce per sè, in cui una donna matura e giramondo scrive ad una bambina per evocare i ricordi del suo amore per un giovane violinista, descrivere viaggi, concerti, aneddoti familiari. Se amando troppo (1998) raccoglie le poesie scritte tra 1966 e il 1998.
Tra il 2000 e il 2001 vengono pubblicati: Amata scrittura (in cui svela con passione e umiltà i segreti del mestiere di scrittore), Fare teatro 1966-2000 (che raccoglie quasi tutte le sue opere teatrali) e La nave per Kobe (in cui rievoca l'esperienza infantile della prigionia in Giappone). Nel 2003 escono invece Piera e gli assassini, il secondo libro scritto in collaborazione con Piera degli Esposti, e le favole di La pecora Dolly. La letteratura, la famiglia e il mistero del corpo sono i temi principali di Colomba (2004). Degli ultimi anni sono invece la raccolta di articoli I giorni di Antigone (2006) e il saggio Il gioco dell'universo (2007) di cui è coautrice insieme al padre. Ancora estremamente prolifica, Dacia Maraini viaggia attraverso il mondo partecipando a conferenze e prime dei suoi spettacoli. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo Il treno dell'ultima notte, nel 2009 la raccolta di racconti La ragazza di via Maqueda, nel 2010 La seduzione dell'altrove, nel 2011 La grande festa, nel 2012 L'amore rubato e nel 2013 Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza. È appena uscito, sempre per Rizzoli, il nuovo romanzo, La bambina e il sognatore.

Perché leggere questo libro?

Leggere un libro di Dacia Maraini non ha bisogno di un perché, lo si legge punto.