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Il libro del mese #4 - La stagione dei mutanti



TRAMA

Siamo nel 2017 ed è inverno, la stagione in cui avviene il raduno annuale dei mutanti.
Tutto precipita quando Eleanor Jacobsen, il primo senatore mutante degli Stati Uniti e portavoce dei diritti della sua specie, viene assassinata mentre sta indagando su un esperimento genetico per creare un misterioso supermutante...

L’AUTORE

Robert Silverberg è nato a New York nel 1935 e vive a San Francisco. È considerato, insieme a Philip K. Dick e a J.C. Ballard, uno degli scrittori che meglio sa creare utopie visionarie per raccontare il nostro presente. Nel 1956 si laurea alla Columbia University con una tesi in letteratura comparata e si sposa con Barbara Brown.
Inizia in quegli anni a scrivere racconti su alcune riviste pulp di San Francisco guadagnandosi il premio Hugo come autore più promettente. Il trasferimento a New York, nell’estate del 1955, segna per Silverberg un passaggio importante della sua esistenza: Randall Garrett, un affermato scrittore di fantascienza, è il suo vicino di casa.
Anche Harlan Ellison, un’altra giovane promessa letteraria, vive nello stesso stabile.
Garrett introduce Silverberg a molti promettenti editor di quegli anni e i due collaborano a diversi progetti, utilizzando spesso il nome di Robert Randall.
Oltre alle collaborazioni, Silverberg continua a scrivere moltissimo, tanto che è stato costretto ad utilizzare degli pseudonimi (oltre 56) per evitare un’inflazione del proprio nome sul mercato.
Tra gli altri nomi con cui ha firmato le sue opere compaiono David Osborne, Ivar Jorgenson e Calvin M. Konx.
Tra il 1957 e il 1959 pubblica più di 220 racconti ed 11 romanzi, dedicandosi anche ai generi noir, western e romanzi erotici. Le opere comprese nel decennio 1967-1976 sono considerate ancora oggi le più importanti nella produzione di Silverberg: Nightwings, vincitore del premio Hugo nel 1968, The Masks of Time (1968), Tower of Glass (1970), A Time of Changes (1971), vincitore del premio Nebula nel 1971, Dying Inside (1972), The Book of Skulls (1972), il romanzo vincitore del Premio Nebula Good News from the Vatican (1971) e Born with the Dead (1974).
Oggi vive ad Oakland, in California, con la moglie e collaboratrice Karen Haber.

STORIA DEL LIBRO

Il mutante – l’estraneo in mezzo a noi, l’alieno in incognito, il diverso dai misteriosi poteri – rappresenta uno dei grandi personaggi mitici della fantascienza. Se la fantascienza è, come io credo che sia, una letteratura del cambiamento, una letteratura delle infinite possibilità, allora nel mutante s’incarna un elemento fantascientifico assolutamente fondamentale, in quanto colloca la zona del cambiamento assai vicino al nostro nucleo, direttamente nelle cellule germinali umane.
[...]
Il tema del mutante è sempre stato uno dei prediletti degli scrittori di fantascienza. I pionieristici esperimenti di H.J. Muller, il quale nel 1927 dimostrò che utilizzando radiazioni era possibile indurre mutazioni nelle drosofile, diedero vita quasi immediatamente a una copiosa produzione narrativa incentrata sui mutanti.
[...]
Nel mutante la fantascienza incarna una metafora dell’estraneo, del solitario, della creatura superiore messa al bando dal cosiddetto consorzio civile. Il tema della mutazione rappresenta uno dei più efficaci mezzi utilizzati dalla fantascienza per interrogarsi sulla natura delle società umane, sulle relazioni fra esseri umani, sul destino ultimo della nostra specie.
Nel 1973 pubblicai un breve racconto, The Mutant Season (La stagione dei mutanti), nel quale abbozzavo in pochissime pagine l’ipotesi che i mutanti, dopo essere vissuti per lungo tempo in mezzo a noi normali sotto mentite spoglie, come una sorta di società segreta, si decidano finalmente a uscire allo scoperto. In quel racconto mi accontentai di delineare sommariamente, senza entrare in alcun dettaglio, quali avrebbero potuto essere alcuni degli effetti di un tale avvenimento sia sulla nostra società sia su quella dei mutanti, e non mi spinsi oltre.
Poi, a distanza di parecchi anni, si fece avanti il mio amico Byron Preiss per suggerirmi che in quella vecchia idea avrebbe potuto esservi molto da esplorare in lungo e in largo, forse addirittura in una serie di romanzi, magari da scrivere in collaborazione con mia moglie Karen Haber, per l’appunto agli inizi della sua carriera come scrittrice di fantascienza. La mia prima reazione fu di sorpresa. Il racconto era talmente minuscolo – sulle duemila parole appena – che l’ipotesi di attingervi per cavarne diversi romanzi mi parve lì per lì davvero stravagante. Tuttavia, rileggendolo, mi resi conto che Byron aveva ragione: in quelle poche pagine avevo adombrato un’intera società, anche se poi, chissà perché, avevo lasciato che il concetto mi sfuggisse di mente.
(dalla prefazione del romanzo)


CURIOSITÀ


Questo libro ha influenzato la produzione di alcune storie a fumetti degli X-Men e la realizzazione del ciclo dei film con James Mc Avoy e Michael Fassbinder.
Inoltre Robert Silverberg è stato sceneggiatore di alcuni episodi della serie “Ai confini della realtà” e di alcuni film tra cui “L’uomo bicentenario” con Robin Williams, tratto dal suo romanzo “The positro” e dal racconto di Isaac Asimov “L’uomo bicentenario”.