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Percy Jackson e gli dèi dell'Olimpo di Rick Riordan



TITOLO: Percy Jackson e gli dèi dell’Olimpo (Il ladro di fulmini - Il mare dei mostri - La maledizione del Titano - La battaglia del labirinto - Lo scontro finale )
AUTORE: Rick Riordan
GENERE: Libri per ragazzi, Fantasy
CASA EDITRICE: Mondadori

Trama:
Percy Jackson non sapeva di essere destinato a grandi imprese prima di vedere la professoressa di matematica trasformarsi in una Furia per tentare di ucciderlo. Le creature della mitologia greca e gli dei dell'Olimpo, in realtà, non sono scomparsi ma si sono semplicemente trasferiti a New York, più vivi e litigiosi di prima. Tanto che l'ultimo dei loro bisticci rischia di trascinare il mondo nel caos: qualcuno ha rubato la Folgore di Zeus, e qualcuno dovrà ritrovarla entro dieci giorni. Sarà proprio Percy a dover indagare sull'innocenza di Poseidone, dio del mare e padre perduto, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio. Nuove gesta e antichi nemici lo aspettano, e non saranno solo lo sguardo di Medusa e i capricci degli dei ad ostacolare la ricerca della preziosa refurtiva, ma le parole dell'Oracolo e il suo oscuro verdetto: un amico tradirà, e il suo gesto potrebbe essere fatale...



Avete mai letto un libro e avuto l’impressione di averlo già letto, con personaggi e una trama lievemente diversi ma molto simili?
A me è accaduto, proprio con questa saga di libri che al posto di “Percy Jackson e gli dèi dell’Olimpo” avrebbe potuto intitolarsi “Draco Malfoy e gli dèi dell’Olimpo”.
Ma partiamo dal principio.
È stato un mio amico, anche lui molto appassionato di libri fantasy, a suggerirmi di leggere questa saga che lo aveva colpito tantissimo e così mi sono cimentata nella lettura.
Ostacolo numero uno: lo stile dello scrittore.
Il narratore delle vicende è Percy, e tutto è visto dalla sua ottica.
Leggere un libro scritto in prima persona non è mai semplice, perché ci vuole pazienza e l’autore deve avere una grande padronanza nella narrativa per non cadere nel cliché della “narrazione chiusa” (come qui è successo). Leggere cinque libri scritti in prima persona è un’impresa.
Procedo lo stesso con la lettura ed ecco l’ostacolo più difficile da superare: la strana, inquietante somiglianza fra i romanzi di Percy Jackson e quelli di Harry Potter (scritti e pubblicati anni prima di Percy).
La saga di Percy infatti sembra una copia in versione olimpica della saga di Harry.
I protagonisti di entrambe le saghe sono tre ragazzi (due maschi e una femmina), inoltre tutti i “ragazzi speciali” che si trovano in entrambe le saghe vivono in scuole speciali dove apprendono come usare i loro poteri e hanno mentori fuori dal normale.
I protagonisti hanno sulle spalle il fardello di una pesante profezia, sono entrambi un po’ sfigati.
Harry ha gli occhi verdi e i capelli neri. Percy è il suo clone, eccetto per la cicatrice a forma di fulmine sulla fronte e il fatto che non porta gli occhiali.
Harry è un campione di Quidditch. Percy è un campione di Caccia Bandiera.
Harry arriva a Hogwarts a 11 anni. Percy ha solo un anno in più.
Nel mondo dei Babbani esistono tantissimi luoghi e oggetti magici, celati agli occhi degli umani. Nel mondo dei mortali esistono tantissimi luoghi e oggetti divini/semidivini, celati agli occhi degli umani.
Inoltre non è difficile trovare delle somiglianze fra gli altri personaggi:
Ron Weasley/Grover Underwood
Hermione Granger/Annabeth Chase
Albus Silente/Chirone
Dioniso/Severus Pyton
Crono/Voldermort
Luke Castellan/Draco Malfoy.
La sola differenza fra le due saghe è che Luke (improbabile figlio di Ermes, visti gli straordinari poteri che possiede poteva andare meglio come figlio di Ade) alla fine si rivela il vero eroe della storia e sconfigge Crono sacrificando se stesso: da qui la mia idea di intitolare questa saga “Draco Malfoy e gli dèi dell’Olimpo”.
Mi dispiace essere così severa nel mio giudizio, di solito non lo sono, ma non è giusto scrivere una saga attingendo a piene mani da un’altra.
Sarebbe stata preferibile un’opera originale.
Aggiungo un’ultima postilla: a quale delle tante teogonie e cosmogonie si è ispirato Riordan?
Non si capisce dal momento che la sua mitologia è alquanto confusa: passi dire che i ciclopi non sono giganti dell’epoca di Urano ma figli di Poseidone e di ninfe (e anche relegarli al ruolo di semidei, quando per semidio si intende solo il figlio di una divinità e di un mortale), ma addirittura sbagliare la narrazione della guerra contro Crono dicendo che Ade, Poseidone e Zeus si erano salvati dal padre fagocitatore di figli e lo avevano affrontato insieme senza gli altri dèi, questo è esagerato oltre che sbagliato (ricordiamo infatti che il solo a salvarsi da Crono fu Zeus, che partorito a Creta venne nascosto al padre fino a quando non fu pronto per liberare i fratelli e conquistare l’Olimpo).
Se Riordan voleva porre Poseidone al centro della storia per dare a Percy maggiore importanza (inutile, visto che poi è Luke la chiave di tutto) doveva trovare un altro modo.
Rileggerei la saga? No.