TITOLO: Il giardino dei segreti
AUTORE: Kate Morton
GENERE: Narrativa
CASA
EDITRICE: Sperling & Kupfer
Trama:
È il 1913 e sulla costa dell'Inghilterra
una nave è pronta a salpare per l'Australia: a bordo, tra i passeggeri in cerca
di fortuna e i rudi marinai intenti alle manovre, una bambina di quattro anni,
Nell, stringe il prezioso libro di favole che le ha regalato la misteriosa
Autrice, Eliza Makepeace. Che dovrebbe prendersi cura di lei, ma l'abbandona
sul ponte. Distratta dalle attenzioni di un bimbo più grande che la invita a
giocare, Nell non si accorge che il rombo dei motori si fa più incalzante, e la
nave lascia il molo diretta verso il mare aperto. Dopo una traversata che
sembra infinita, quando il transatlantico arriva a destinazione, la piccola si
ritrova sperduta nel porto di Maryborough: è smarrita, non ricorda il suo nome
e tutto ciò che le è rimasto è una valigina bianca che contiene qualche vestito
e quel bellissimo libro di fiabe. Per Hugh, il capitano del porto, quella
delicata creatura pare piovuta dal cielo, a consolare lui e la moglie della
loro sterilità. Da quel momento sarà sua figlia. Solo la sera del suo
ventunesimo compleanno Neil apprende dal padre il segreto delle sue origini e
la sua vita cambia per sempre.
“Quando
udì quelle parole, Hugh stentò a trattenere le lacrime. Non avrebbe dovuto
nominare la madre proprio in quel momento. Ricordargli che lei li stava
osservando, e che era adirata con lui per ciò che si accingeva a fare. Gli
parve di udire la sua voce, le loro vecchie discussioni…
Ma ormai
aveva deciso, e l’avrebbe fatto. In fondo era stato lui a dare inizio a tutto.
Per quanto inconsapevole, era stato lui a compiere il passo che li aveva
condotti fin lì, dunque era suo dovere rimettere tutto a posto. I segreti
trovavano sempre il modo di rivelarsi, ed era senz’altro meglio che Nell
sapesse da lui la verità.
Prese le
mani della figlia nelle proprie e le sfiorò con un bacio delicato. Poi le
strinse assaporando il contatto di quelle dita morbide contro i suoi palmi
induriti dal lavoro.
Sua
figlia. La sua primogenita.
La
ragazza gli sorrise, radiosa nel suo abito leggero ornato di pizzo.
Anche lui
le sorrise.
Quindi la
fece sedere accanto a sé sul tronco levigato e bianco di un albero della gomma
disteso sul terreno, e si avvicinò per sussurrarle qualcosa all’orecchio. Per
svelarle il segreto che lui e sua madre avevano custodito per diciassette anni.
Attese di vedere nei suoi occhi il barlume della consapevolezza,
l’impercettibile mutare della sua espressione nell’attimo in cui avrebbe capito
il senso delle sue parole. Invece Nell vide solo il suo mondo andare in pezzi e
la persona che era sempre stata svanire nel volgere di un attimo”.
C’è un libro, e un libro nel libro, e un
libro nel libro che sta dentro il libro.
Mi spiego meglio: la narrazione di questo
romanzo si sviluppa su tre piani temporali.
Siamo nei primi anni del Novecento
quando impariamo a conoscere la protagonista della storia, Nell, e le figure di
Adeline e Rose.
Ci troviamo nella seconda metà del
Novecento quando l’ormai non più giovanissima Nell decide di ricostruire le sue
origini.
Eccoci dopo il Duemila quando Cassandra,
la nipote di Nell, porta a termine le ricerche della nonna ritrovando anche se
stessa e portando alla luce i segreti non detti della sua famiglia.
Con un solo romanzo l’autrice, che ho
letto per la prima volta, copre addirittura un secolo di Storia intrecciando la
finzione dei personaggi con gli accadimenti realmente avvenuti nel mondo.
Nessun capitolo prevarica sull’altro:
seppure costruiti in tempi cronologicamente differenti, sono come i pezzi di un
puzzle che l’autrice ha saputo incastrare alla perfezione e attraverso i quali
troviamo le risposte alle tante domande che nascono durante la lettura della
storia.
Ho trovato molto interessante anche il
fatto che il personaggio Eliza sia una scrittrice di fiabe macabre e di come le
sue storie, in tutta la narrazione, siano non solo una seconda chiave di
lettura del romanzo ma anche della vita stessa.