La biblioteca è il luogo per eccellenza dove si custodiscono i libri e
il sapere in esso contenuti.
Da dove ha origine questa parola?
La voce è composta di due parole greche: βιβλίον (biblíon)
che significa “opera” ed è stato poi esteso come “libro” e θήκη (théke) che
vuol dire “custodia”.
La parola rivela una piccola verità che forse non molti conoscono: le
biblioteche in origine non erano gli ambienti che conosciamo noi ma piccoli mobili
adibiti ad uso privato per la conservazione di documenti preziosi.
Verrebbe da pensare, data l’origine della parola, che le biblioteche
siano nate nell’antica Grecia.
Non è così.
I greci, come per tante altre cose, hanno preso l’idea della biblioteca
e l’hanno inserita nella loro cultura migliorandola ma in realtà le biblioteche
esistevano dai tempi degli assiro-babilonesi ed erano intese appunto come
archivi di tavolette come quelli rinvenuti a Ebla o Nippur.
È con gli antichi greci che si espande per la prima volta l’idea di
biblioteca come luogo di sapere condiviso e accessibile a tutti.
La prima grande biblioteca pubblica, anche se a tuttora non si sa se
sia esistita o meno, è quella di Aristotele.
Certe invece sono quelle di Pergamo e Alessandria d’Egitto che fino
alla distruzione di quest’ultima rivaleggiarono per molto tempo.
Con i romani, il sapere assorbito dai greci si diffonde in tutti i
territori conquistati e sorgono biblioteche ovunque. Tra le più famose
impossibile non ricordare quella di Attico, di Lucullo e in età imperiale la
biblioteca di Traiano e successivamente anche quella di Adriano.
In seguito alla caduta dell’Impero, per molto tempo le biblioteche
vennero saccheggiate, bruciate e distrutte e gran parte del vasto sapere dei nostri
antenati andò irrimediabilmente perduto.
Se le biblioteche sono tornate in auge, e ciò che restava degli antichi
libri è stato salvato, lo si deve da una parte al mondo islamico e dall’altra
ai monaci cristiani che copiarono minuziosamente i testi greco-latini.
Dal Rinascimento in poi le biblioteche ricominciarono a fiorire in
tutto il mondo e ancora oggi, sebbene siano spesso messe in difficoltà da
internet e dalla presenza massiva degli invadenti social (che distraggono le
persone dalla lettura), sono luoghi destinati a conservare in eterno il sapere
scritto nero su bianco.