Trama
Una giovanissima, povera contadina india
del Guatemala - oggi Premio Nobel per la Pace 1992 e portavoce delle
popolazioni indigene americane - narra con intensità la storia eroica della sua
gente, intrecciando i miti originari e la denuncia politica, le tradizioni e la
testimonianza personale.
L’autrice
Esponente del movimento di liberazione
degli Indios del Guatemala (n. San Miguel de Uspantán, Quiché, 1959).
Proveniente da una famiglia contadina dell'etnia Quiché, nel 1967 cominciò a
lavorare come bracciante agricola e nel 1973 come domestica.
Dalla seconda metà degli anni Settanta
partecipò attivamente all'organizzazione e all'autodifesa della propria
comunità, sottoposta sia ai tentativi di espropriazione della terra da parte
dei grandi proprietari terrieri, sia alla repressione militare delle forze
governative.
Nel Comitato di unità contadina (CUC)
dal 1979, ne divenne presto un'importante dirigente.
Dopo gli omicidi del fratello (sett.
1979), del padre (genn. 1980) e della madre (apr. 1980) da parte dell'esercito,
si rifugiò in Messico (1981) e aderì al gruppo di Cristiani rivoluzionari Vicente
Menchú, intitolato alla memoria del padre. Dall'esilio si è adoperata per il
riconoscimento internazionale della causa degli Indios del Guatemala e nel 1983
ha pubblicato la sua autobiografia Moi, Rigoberta (trad. it. 1987),
raggiungendo così un'estesa notorietà. Nel 1992 ha ricevuto il premio Nobel per
la pace.
Perché
leggere questo libro?
Per entrare in contatto con una realtà
diversa dalla nostra e scoprire la storia di un popolo che ha rischiato di
venire cancellato dalla Storia.